Caro Bogart (Universale economica. Vite narrate) (Italian Edition) by Coe Jonathan

Caro Bogart (Universale economica. Vite narrate) (Italian Edition) by Coe Jonathan

autore:Coe, Jonathan [Coe, Jonathan]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8807840413
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2010-10-17T22:00:00+00:00


5.

La città è salva

Indipendente, 1948-1953

Verso la fine degli anni quaranta Bogart si avventurò due volte in esperienze di produzione. La prima volta fondando la sua casa cinematografica indipendente, la Santana Pictures Corporation; la seconda mettendo al mondo suo figlio, Stephen Humphrey Bogart, che nacque il 6 gennaio 1949.

La Santana (lo stesso nome dell’amato yacht di Bogart) fu fondata il 7 aprile 1948. Bogart si era messo in affari con Mark Hellinger, col quale sperava di produrre quel film indipendente all’anno che gli concedeva il contratto firmato con la Warner Brothers. Possedeva già il 45% della Hellinger Corporation e nel 1947, alla morte di Hellinger (a soli quarantaquattro anni), Bogart rilevò il resto delle quote e ne divenne l’unico proprietario. Nominò produttore Robert Lord e negoziò un accordo con la Columbia che gli assegnava il controllo completo sulla produzione, mentre la casa cinematografica lo avrebbe aiutato a finanziare e distribuire i film.

Era un’occasione a cui aspirava da anni. Dopo tutte le frustrazioni del lavoro alla catena di montaggio della Warner, dopo la sfilza apparentemente infinita di parti troppo facili o inadatte, questa era l’occasione per dare ordini, per scegliere copioni in cui risaltassero le sue capacità e che si potevano personalizzare per adattarli al meglio alle sue risorse di attore, in crescita ma per molti versi limitate. Poteva scegliersi i registi e i coprotagonisti: non avrebbe più dovuto “far buon viso a cattivo gioco”. La fiacchezza di tre dei primi quattro film della Santana, quindi, la dice lunga su quanto poco Bogart avesse capito riguardo le sue debolezze e i suoi punti di forza.

Il primo frutto di questa nuova impresa, I bassifondi di San Francisco (Knock on Any Door), aveva discrete potenzialità. Tratto da un romanzo di Willard Motley, si presentava come un indulgente studio sulla delinquenza minorile, dove Bogart era protagonista nei panni di un avvocato di grido, Andrew Morton, che assume la difesa di un giovane teppistello dei bassifondi, interpretato da John Derek, quello stesso John Derek che in seguito avrebbe sposato Bo e l’avrebbe diretta in pietre miliari del porno-soft come Tarzan l’uomo scimmia (Tarzan The Ape Man), e Bolero extasy (Bolero). Era diretto da Nicholas Ray, la cui carriera era partita con il piede giusto con due lungometraggi per la RKO che avevano ricevuto un’ottima accoglienza. In certi ambienti di Hollywood, a quei tempi, Bogart era ancora visto come un ubriacone e un attaccabrighe: Ray ricorda di aver ricevuto una telefonata, un giorno, da un amico che gli chiese: “Ehi, Nick, ma che diavolo stai facendo? Hai cominciato bene la tua carriera e ora fai un film con uno dei peggiori ubriaconi della città”. Ray rispose: “Sono problemi miei, no?” e in seguito non trovò molto da ridire sugli standard professionali di Bogart. “Bogart aveva effettivamente un problema,” ammise, “riusciva a lavorare solo per sei riprese, cioè la stessa scena ripetuta sei volte, e dopo cominciava a dimenticarsi le battute.” La vera difficoltà dei Bassifondi di San Francisco, però, sta nel copione e non nell’interpretazione: il personaggio



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